In Russia oltre il 60% dei consumatori spende la metà del reddito in acquisti alimentari, dice un sondaggio condotto dal Centro di analisi della Synergy University. Il sondaggio – che si basa su un bacino di 5.000 persone, di età compresa tra i 20 e i 55 anni- riassume questi dati: il 60,4% dei cittadini russi spende circa la metà del suo reddito mensile per gli alimenti, il 16% spende quasi tutti i suoi guadagni per l’acquisto di alimenti, e il 14,8% circa un terzo del suo reddito. Un altro 8,8% spende non più del 20% del suo budget per l’acquisto di alimenti.
Non finisce qui, il 96,3% degli intervistati è preoccupato per l’aumento dei prezzi di alcuni generi alimentari (crescono i prezzi di verdure, frutta, i latticini, la carne e gli oli vegetali, mentre cresce meno il costo del pesce, dello zucchero, del grano e della pasta).
Come mai? Secondo gli intervistati, l’inflazione aumenta e dunque il rublo si indebolisce, per colpa dei rivenditori (32,8%), delle catene di vendita al dettaglio (26,3%), mentre il 77,1% degli intervistati si aspetta un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari nel prossimo mese. Il 21,5% degli intervistati crede che l’inflazione in Russia rimarrà al livello attuale. Un altro 1,4% crede nell’imminente riduzione dei prezzi nei negozi.
Sia come sia, chissà se un giorno qualcuno dirà: chi affama i cittadini dovrà essere processato per crimini contro l’umanità.