Le mezze maniche rigate al tonno. Quando ero malata, per la febbre o a causa di quelle malattie infantili che ti facevano stare a letto qualche giorno, chiedevo a mia madre le mezze maniche rigate al tonno. La cosa più buona era il sugo al pomodoro in cui i pezzi di tonno galleggiavano e che io cercavo di infilare dentro ciascuna mezza manica, al dente, che mangiavo una alla volta gustandola come fosse stato un cibo gourmet. Mia madre è una grande cuoca, sa preparare di tutto, piatti di carne e di pesce, cose elaborate e molto gustose. Ma quella pasta così semplice era il rito legato alla convalescenza, un piatto che mangiato solo durante quei giorni, io non volevo più quando stavo bene, in modo che mantenesse così il potere di rendere speciale dei giorni di noia e di disagio. Ogni volta che sto male, ancora oggi che ho 40 anni, mi procuro quella pasta e sono felice di avere l’influenza.