Da dove vengono i prodotti che mangiamo? E vista la geografia e la vocazione territoriale così variopinta come quella Italiana, fino a che punto si può parlare di Km 0? E allora, prima di tutto breve elenco di massima: le mele? Dal Trentino Alto Adige (Golden per esempio) ma anche dall’Emilia Romagna (come la Fuji, classica mela da pianura) e dal Piemonte (quelle rosse) e dalla Lombardia.
Le pere? Quasi tutte, e siamo intorno all’80%. da solo 4 province tra Emilia e Romagna (Bologna, Modena, Mantova e Ferrara soprattutto).
Gli agrumi? Per l’80% arrivano dalla Sicilia, ma anche dalla Calabria (clementine, mandarini). Uva da tavola? Puglia in gran parte e il resto dalla Sicilia. Pesche e albicocche? Basilicata. Ma anche l’Emilia Romagna (pesche) e il Piemonte (pesche). Kiwi? Campania e Lazio.
E siccome siamo a maggio, mese delle ciliegie, ecco queste da dove arrivano? Puglia, Toscana, Emilia. Meloni? Qui nord e Sud si danno la mano, Lombardia e Sicilia sono le due regioni specializzate in meloni. Insalate? Un po’ dappertutto, Campania, Lombardia, Veneto (Radicchi specialmente). Nel sud (Puglia, Campania) si producono peperoni, e pomodori (da consumo fresco in Sicilia, da conserva in Emilia) , melanzane, zucchine e altro.
I legumi? Toscana e Umbria per la maggior parte. Fragole? Vanno dalla Sicilia all’Alto Adige, passando per quasi tute le regioni a seconda delle stagioni (quasi tutto l’anno), però le regioni più specializzate sono Basilicata e Campania.
Stessa cosa per le patate, un po’ ovunque, mentre le carote quasi tutte dalla piana del Fucino. Quindi, in questo caso la fake news la produce il nostro desiderio ambivalente. Da una parte vogliono che il nostro territorio rispetti la sua vocazione territoriale, che esiste: giusto coltivare pomodoro per consumo fresco in Sicilia. Dall’altra quando siamo produttori vogliamo esportare, altrimenti chi se li mangia tutte quelle mele? Solo Piemontesi? O quelli del Trenino? E l’uva da tavola? Solo i pugliesi.
Da un parte vogliamo mangiare italiano, ma vogliamo anche esportare i nostri prodotti in Germania o in Russia (e se questi Stati decidessero di chiudere frontiere per rispettare il Km0?). Quindi, i prodotti si muovono (si può limitare, certo, l’impatto), la concorrenza anche, alcuni si specializzano, perfezionando il prodotto che diventa più buono e così cresce il desiderio di farlo conoscere agli cittadini.
Insomma, vista la vocazione territoriale dobbiamo fare i conti con il nostro desiderio contraddittorio: andiamo noi in Sicilia a prendere i pomodori ? O ce li facciamo portare? Come vedete, alla fine tutto scorre, come un fiume, come la vita, è difficile trovare come risultato zero.
Comunque, poi, le bufale sono cose serie. Vogliamo parlare della mozzarella? Sono pure casertano di origine. In questa storia virtuosa raccontiamo come ha fatto una terra paludosa e inospitale a produrre un formaggio a pasta filata, morbido, candido e bianchissimo. Sul nostro sito una bella e saporita storia di innovazione. Fa pure venire l’acquolina in bocca.