Le patate arrosto a sorpresa (brutta): le magnifiche patate arrosto, o ancor meglio quelle “in potacchio” (cotte con pomodoro, aglio e rosmarino), traslucide nella crosta perché unte e lussuriose, talvolta venivano cotte a tradimento con l’odiato agnello, questo accadeva a Pasqua, nel forno a legna della casa in campagna jesina di amici. E prendevano il per me ributtante aroma agnelloso, si agnellavano, dicevo io. Restavano traslucide ma il sapore era di (la parola non è coeva all’episodio, l’ho imparata a Pesaro da adulta) “sverzùn”, che sta per selvatico e lo si usa però di norma per definire lezzo di ragazzetti che hanno ruspato in contesti agro silvo pastorali. Quest’altra madeleine è interessante a mio avviso perché tramandata, è una metamadeleine: la nonna Marianna detta Anna, mi dava a volte a merenda il pane passato nell’uovo sbattuto, di cui si imbibiva, e fritto. Da grande ho scoperto che è il french toast. Io lo propino alla prole che lo chiama il pane di nonna Anna; quando da grande intingeranno nel tè la loro madeleine ricordando la pora mamma, il cibo memorabile avrà il nome della loro bisnonna.