• Torna al Foglio.it
martedì 21 Marzo 2023
  • Login
Agrifoglio
  • Editoriali
  • I Numeri
  • Innovazione
  • Lezioni Private
  • La madeleine
  • AgriCULTura
  • Non tutti sanno che
  • Storia virtuosa
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Editoriali
  • I Numeri
  • Innovazione
  • Lezioni Private
  • La madeleine
  • AgriCULTura
  • Non tutti sanno che
  • Storia virtuosa
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Agrifoglio
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Home AgriCULTura

Sistema nervoso: cosa scopriamo se è direttamente il corpo a raccontare le storie.

da Valeria Cecilia
30/09/2021
in AgriCULTura
Condivisi su FacebookCondividi su Twitter

Velocità e quantità di cose da fare: la vita oggi è strangolata da queste due variabili. L’unico modo per avere tempo per sé è ammalarsi. La malattia può essere quindi legittimamente invocata. Poi succede che arriva, ma non è liberatoria neanche quella. Perché la malattia è anche essa legame, legaccio, è annodata al corpo, e il nostro corpo siamo noi, e  noi non siamo indipendenti ma dipendenti dagli altri, sia nel presente che nel passato. Ecco che corpo e tempo sono gli ingredienti chiave con i quali tutti i giorni cerchiamo di equilibrare la nostra vita, lavorando su distanza vicinanza. Lo facciamo sin da quando nasciamo: veniamo al mondo e raccogliamo le eredità che ci consegnano le nostre famiglie. Eredità psicologiche e fisiche. Poi cerchiamo di liberarcene. Poi cerchiamo di tornare.

E’ di questo, ma anche di molto altro, con un lingua che sembra uscire dal corpo senza nessuna mediazione, e con un impianto narrativo che spazia tra lo storico e il fantascientifico, che parla “Sistema nervoso”, il nuovo libro della scrittrice cilena Lina Meruane, pubblicato in Italia da La Nuova Frontiera. 

Articoli suggeriti

Gli amanti della notte, di Mieko Kawakami

L’albero e la vite di Dola de Jong

Mia e la voragine, di Diana Ligorio

La protagonista del libro è un’astrofisica che, appunto, invoca una malattia per poter avere del tempo per concludere la sua tesi di dottorato dedicata ai buchi neri. Il racconto è ambientato in un paese chiamato il paese del presente, ma con continui riferimenti anche al paese del passato, dove abitano alcuni suoi famigliari, tra cui suo padre e la sua matrigna. 

L’invocazione ha trovato ascolto da qualche parte (forse dalla madre naturale che è morta?) e la malattia arriva: un braccio non funziona più, la gamba si fa insensibile, ma poi, il male sembra prendere il sopravvento e non è più liberazione ma l’inizio di un’odissea spazio temporale. Perché quella malattia fa saltare fuori la costellazione dei legami con gli altri famigliari, sia del paese presente che di quello passato: il compagno della protagonista, un etnologo, il padre medico, i fratelli, la matrigna, ognuno con la sua storia clinica, legati a ragnatela, perché i legami sembrano indissolubili, il corpo è più forte della psicologia del ribelle che taglia i ponti. 

Quindi l’eredità del corpo è la base dei legami personali, e anche la base della trama delle nostre storie. 

Il  corpo di cui parla Meruane nel suo nuovo libro è anche corpo sociale, non solo individuale e famigliare, il tempo in cui è ambientato il romanzo è quello post dittatura e  il sistema è quello astronomico con stelle e pianeti. 

Come si fa a pensarsi ancora “individui variabile indipendente” in questo sistema? Solo mentendo a se stessi?

Il corpo, la sua corruttibilità, ha da sempre un posto centrale nella poetica dell’autrice cilena (nel suo libro Sangue negli occhi, pubblicato in Italia sempre da La nuova Frontiera, la protagonista ha un’emorragia agli occhi la rende cieca), che ha all’attivo raccolte di racconti, diversi saggi e diversi romanzi. Meruane è figlia di medici e quel linguaggio per lei è un innesto primordiale, forse un modo di interpretare la realtà. 

Ma questo linguaggio non riguarda tutta la letteratura? Far parlare il corpo significa parlare di malattia o anche il corpo sano ha storie da raccontare? E qui bisogna fare una scelta, prendere una decisione: che storia raccontare. In genere la letteratura, in un modo o nell’altro, parla di dolore, della carne, si dice. Quindi la decisione da prendere è se considerare il dolore, la malattia, come la normalità e non più evento eccezionale. Anche il sistema è malato, il pianeta si è ammalato. E la libertà, allora? Potrebbe essere nel gesto di riuscire guardare tutto questo, non negarlo, accettarlo consapevolmente: “il sogno della purezza non è che un incubo”…”il contagio è la salute”:..”l’immunità è la morte”.

Precedente

Ricordi il cibo dell’infanzia? Chiara Barbabianca, enologa

Prossimo

Che fine ha fatto il san Marzano? Intervista all’agronoma Patrizia Spigno.

Hai letto anche questi?

Gli amanti della notte, di Mieko Kawakami
AgriCULTura

Gli amanti della notte, di Mieko Kawakami

20/03/2023
L’albero e la vite di Dola de Jong
AgriCULTura

L’albero e la vite di Dola de Jong

24/02/2023
Mia e la voragine, di Diana Ligorio
AgriCULTura

Mia e la voragine, di Diana Ligorio

09/01/2023
Prossimo
Che fine ha fatto il san Marzano? Intervista all’agronoma Patrizia Spigno.

Che fine ha fatto il san Marzano? Intervista all’agronoma Patrizia Spigno.

Newsletter

Iscriviti alla Newsletter di Agrifoglio: due volte al mese Antonio Pascale racconta i nuovi terreni dell'innovazione italiana attraverso i volti, le storie e le frontiere dell'agricoltura.

Gli amanti della notte, di Mieko Kawakami
AgriCULTura

Gli amanti della notte, di Mieko Kawakami

da Valeria Cecilia
Marzo 20, 2023
0

Mieko Kawakami (Osaka, 1976) si è imposta da diversi anni come una delle voci più interessanti della letteratura giapponese contemporanea....

Leggi tutto
Che si dice a Castel Volturno? Indagine sul mare e sulla costa.
L'intervista

Che si dice a Castel Volturno? Indagine sul mare e sulla costa.

da Antonio Pascale
Marzo 20, 2023
0

Il magistrato Giacomo Urbano lavora in alcune zone del Casertano considerate, e a ragione, molto difficili, come il litorale Domizio....

Leggi tutto
L’olio del legionario romano
Forse non tutti sanno che

L’olio del legionario romano

da Valeria Cecilia
Marzo 16, 2023
0

L’olio insieme al vino e al grano faceva parte del rancio del miles romanus. L’olio era il condimento della polenta...

Leggi tutto
Angela Debora Benincasa, attrice e autrice
Alla ricerca della madeleine perduta

Angela Debora Benincasa, attrice e autrice

da Redazione
Marzo 15, 2023
0

La bisnonna Angela era una calabrese con gli occhi chiari e il corpo affilato, elegante e composta nei vestiti a...

Leggi tutto
Agrifoglio

© 2021 Agrifoglio.ilfoglio.it è stato realizzato da FattorieDigitali.com

Informazioni

  • Redazione
  • Contatti
  • Privacy Policy
  • Termini di utilizzo

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Editoriali
  • I Numeri
  • Innovazione
  • Lezioni Private
  • La madeleine
  • AgriCULTura
  • Non tutti sanno che
  • Storia virtuosa

© 2021 Agrifoglio.ilfoglio.it è stato realizzato da FattorieDigitali.com

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
Questo sito web usa alcuni cookie per rendere la tua esperienza di navigazione migliore. Privacy and Cookie Policy.